L’introduzione di sistemi di mungitura automatica (automatic milking systems, AMS) come i robot di mungitura in allevamento porta a rivoluzionare la gestione dell’intero processo di produzione del latte. Si tratta di un grande investimento, dunque, merita la massima attenzione.

I robot di mungitura sono uno degli strumenti disponibili per la zootecnia di precisione. Controllano interamente il processo di mungitura e raccolgono dati importanti ed utili per il miglioramento di diversi aspetti nella gestione della mandria.

I robot di mungitura portano cambiamenti radicali nel modo in cui gli allevatori gestiscono la propria attività. Introdurre questa tecnologia in stalla significa cambiare completamente approccio e tempo dedicato alla mungitura. Comporta anche una riduzione della manodopera nella routine di mungitura, liberando l’allevatore/il mungitore per altre attività.

Tuttavia, i robot non sollevano completamente l’allevatore dal processo di mungitura: semplicemente razionalizzano tale routine.

Le vacche da latte sceglieranno loro stesse quando è il momento di essere munte, durante le 24 ore, anche più di due volte al giorno. Ciò porta a migliorare il benessere animale e, potenzialmente, ad una migliore produttività della mandria.

Una caratteristica utile e funzionale dei robot di mungitura è la loro capacità di raccogliere dati preziosi sulla produzione di latte per singola vacca e parametri specifici relativi ai singoli quarti. Questi dati, se gestiti e letti correttamente, aiuteranno l’allevatore a capire la storia di lattazione di ogni vacca ed anche dell’intera mandria.

Ciò comporterà ulteriori miglioramenti della gestione della stalla.

Quando è l’allevatore stesso a mungere, la prima cosa che fa è eliminare i primi getti di latte. Come abbiamo già visto*, è la fase fondamentale per rilevare precocemente casi clinici di mastite o, comunque, disordini a carico del tessuto endo-mammario.

Con i robot di mungitura, non sarà possibile questa fase. Ed è proprio qui che i dati specifici raccolti a livello di quarto diventano utili. Pertanto, la corretta valutazione delle misurazioni del sensore è estremamente critica per implementare e monitorare un adeguato processo d’identificazione delle mastiti.

I sensori on-line più diffusi nell’AMS misurano la conducibilità elettrica (CE), fornendo continuamente informazioni in tempo reale sul latte.

La CE è stata introdotta come indicatore per la mastite negli anni ’90 ed è il più studiato, di costo più basso e più semplice per il rilevamento delle mastiti. I suoi valori sono determinati dalla concentrazione di anioni (Cl) e cationi (Na+) nel latte. Un aumento della CE riflette la concentrazione aumentata di ioni nel latte a seguito di un evento infiammatorio della ghiandola mammaria, che porta ad un aumento della permeabilità della barriera emato-mammaria.

La letteratura scientifica1,2 riporta alcune discrepanze relative a questo parametro come indicatore per la mastite. Vale la pena dire che la tecnologia si sta anche concentrando su altri indicatori, come gli enzimi LDH.

Va ricordato che la mastite può dipendere da diversi fattori microbici e non microbici, quindi il controllo di altre informazioni (come la conta SCC o le culture del latte) può chiarire meglio la situazione reale.

Nonostante ciò, la CE può essere considerata un allarme utile per identificare se c’è un disordine a livello di tessuto nella mammella o meno.

Ciò significa che, quando il sensore della CE segnala che è stata superato l’intervallo di valori normali, l’allevatore può decidere per un intervento tempestivo allo scopo di anticipare qualsiasi sviluppo peggiore del disordine tissutale in corso.

OZOLEA può fornire la soluzione per un’azione ancora più tempestiva. Questa soluzione si chiama OZOLEA-MAST.

Con il robot di mungitura, i risultati dell’applicazione di OZOLEA-MAST sono ottimali poiché il rilevamento della conduttività elettrica consente di identificare accuratamente e ampiamente la presenza di un disturbo da secretorio mammario. Usare OZOLEA-MAST nelle prime fasi consente al tessuto una rigenerazione autonoma tempestiva, con una conseguente migliore difesa contro l’aggressione batterica e una migliore competenza nella gestione autonoma dell’infiammazione.

Il calendario dell’applicazione rimane due volte al giorno, alla fine della mungitura – preferibilmente mattina e sera, per quattro giorni. Come consigliato nella mungitura convenzionale.

 1 M. Khatun, R. M. Bruckmaier, P. C. Thomson, J. House, and S. C. García. Suitability of somatic cell count, electrical conductivity, and lactate dehydrogenase activity in foremilk before versus after alveolar milk ejection for mastitis detection. 2019, J. Dairy Sci. 102:9200–9212 

https://doi.org/10.3168/jds.2018-15752

2 M. Hovinen and S. Pyörälä. Invited review: Udder health of dairy cows in automatic milking. 2011, J. Dairy Sci. 94:547–562 

https://doi.org/10.3168/jds.2010-3556

*Cosa ci dicono le alterazioni del latte? Leggi qui per approfondire.