Chi produce latte sa cosa significa biosicurezza, e sa bene quanti sforzi devono essere fatti in stalla per gestire tutte le misure al fine di evitare l’introduzione, lo sviluppo e la diffusione di malattie nella mandria. 

Quello che facciamo ai fini della biosicurezza è prevenzione e controllo, due elementi che hanno bisogno, in determinate situazioni, di un aiuto da parte della chimica. 

Ecco che prima e dopo la mungitura interveniamo con il dipping. Oppure, come da routine, disinfettiamo gli ambienti o gli elementi della mungitrice andando a eliminare i microrganismi (non solo batteri!) che potrebbero infettare i nostri animali. 

Lo scenario è simile, con le specifiche procedure, in caseificio. 

Per fare questo la chimica deve fornirci prodotti efficaci, sicuri, di qualità comprovata. Ed anche autorizzati. Tutto questo passa attraverso il mercato dei cosiddetti biocidi, che l’Unione Europea ha definito con un quadro legislativo complesso [BPR, Reg. (UE) n. 528/2012] e che non si limitano ai disinfettanti.

Quando acquistiamo un prodotto ad esempio per la disinfezione dobbiamo quindi assicurarci che sia stato autorizzato come biocida. L’autorizzazione, che avviene a livello nazionale, convalida in sostanza l’efficacia e la sicurezza d’uso di tali prodotti. Sarà proprio l’etichetta del prodotto a dirci questo. 

Ma perché dobbiamo essere sicuri di ciò?

La prima ragione risiede nel termine biocida (art. 3 del BPR). I biocidi sono sostanze che distruggono gli organismi nocivi o comunque, nell’ampia definizione data dal BPR, li rendono innocui attraverso processi chimici/biologici, con esclusione dell’azione meccanica o fisica.

Quindi un detergente, che svolge un’azione meccanica o fisica, non ci aiuterà mai efficacemente nella disinfezione. Su questo, in Italia, nel 2019 il Ministero della Salute ha chiarito ogni dubbio.

Piccola parentesi per l’Italia: sul mercato, troviamo disinfettanti venduti come presidi-medico chirurgici (PMC). Sono anch’essi prodotti disponibili solo dopo autorizzazione, e quindi allo stesso modo dei biocidi efficaci e sicuri. La revisione delle sostanze attive che sta avvenendo in tutta l’UE e che dovrebbe concludersi nel 2024 porterà gli Stati membri ad autorizzare prodotti con solo sostanze ammesse nell’UE. I PMC verranno convogliati nell’ambito di applicazione dei biocidi. 

La seconda ragione risiede in un aspetto di portata internazionale: la lotta all’antimicrobico resistenza (AMR). Sappiamo che i microrganismi sviluppano resistenza anche ai biocidi (che sono antimicrobici). Purtroppo, la ricerca sulla resistenza specifica ai biocidi non ha raggiunto livelli di conoscenza paragonabili a quello che si sa per gli antibiotici. 

Rimane, come abbiamo già detto, che pensare di usare qualsiasi tipo di antimicrobico, a prescindere della sua origine, come arma contro l’AMR non si presenta come la soluzione giusta. Sicuramente, possiamo salvaguardare la loro importanza e ridurre l’impatto sull’AMR usando correttamente i prodotti giusti.

Inoltre, è altrettanto importante avere informazioni corrette da parte di chi produce e fornisce queste sostanze, soprattutto per quanto riguarda l’ambito di utilizzo e le corrette modalità d’uso poiché questo è ciò che indirizza adeguatamente l’utilizzatore finale. 

Facciamo un salto al mondo dei medicinali veterinari. Il Reg. (UE) n. 2019/6 prende provvedimenti sulla pubblicità di questi prodotti per raggiungere, in sostanza, l’obiettivo di corretta promozione per un uso adeguato e di concorrenza leale sul mercato UE.

Quello di biocidi, medicinali veterinari e mangimi (si pensi ai mangimi medicati) è stato per lungo tempo un mercato molto affollato con differenze importanti anche per l’esistenza di normative nazionali diverse. L’esperienza ha dimostrato che serve “porre l’accento sulla distinzione tra mangimi e biocidi, da un lato, e medicinali veterinari, dall’altro, poiché tale distinzione è spesso rappresentata in modo ingannevole nella pubblicità” (considerandum n. 80 del Regolamento VMP).

I passi avanti del Reg. (UE) n. 2019/6 in fatto di pubblicità, di distinzione tra prodotti e soprattutto di armonizzazione attraverso diverse normative [come il BPR, ma anche le nuove norme sui mangimi medicati – Reg. (UE) n. 2019/4] sono per il mondo veterinario, zootecnico e lattiero-caseario dell’Unione Europea estremamente importanti. 

Dando regole unitarie, l’effetto finale sarà quello di poter affrontare l’AMR con la stessa visione di base e, a livello di competitività soprattutto per i produttori di latte, si andranno a ridurre quelle disparità tra uno stato e l’altro in termini di reperibilità degli input, con un po’ di respiro almeno sul piano dei costi per la gestione della biosicurezza.