Il periodo a più alto rischio di infezioni legate alla mastite è quello a poche settimane prima e poche settimane dopo il parto ed il motivo è abbastanza chiaro: durante questo periodo, la vacca deve affrontare diversi cambiamenti fisiologici e metabolici, mentre il suo meccanismo difensivo naturale è meno forte. Ciò significa una maggiore suscettibilità dell’animale a infezioni e problematiche alla mammella, ma non solo.

L’incidenza della mastite nel primo mese dopo il parto è elevata: una gestione speciale durante il periodo nei giorni prima e dopo il parto ci aiuterà a mantenere le vacche in salute e a rendere redditizia la produzione di latte. Qualsiasi problema che si verifica da tre settimane prima a tre settimane dopo il parto può influire negativamente sul resto della lattazione, sia a livello di vacca che di mandria.

Le attività fisiologiche, metaboliche ed endocrine durante il pre-parto sono piuttosto impegnative per la bovina: si verificano una rapida differenziazione del parenchima secretorio, un’eccezionale crescita mammaria, sintesi e secrezione abbondanti e un intenso accumulo di colostro e latte.

Soprattutto prima del parto, la ghiandola mammaria della vacca è assai vulnerabile alle infezioni. Pertanto, l’efficacia di un buon trattamento alla messa in asciutta nei mesi precedenti è essenziale, ma non è l’unica strategia che deve essere implementata. La gestione diventa di fondamentale importanza e molti sono i punti critici che meritano la massima attenzione da parte dell’allevatore.

I batteri ambientali rimangono una sfida difficile durante questo periodo e dobbiamo affidarci a metodi di controllo delle mastiti. Pertanto, dovremo rendere l’ambiente della stalla un posto migliore per la vacca.

Oltre ad un ridotto meccanismo difensivo e alla minaccia di patogeni ambientali, dovremo considerare lo stress derivante dalle diverse situazioni che le vacche affrontano. Le vacche generalmente rispondono allo stress in termini comportamentali, immunologici, neuroendocrini e nervosi.

Grande importanza viene data alla razione specificatamente studiata per soddisfare il fabbisogno nutrizionale della vacca durante il pre-parto, ma questo non è l’unico fattore determinante per la sua performance e la salute nella futura lattazione.

Altri aspetti che incidono sulla vacca in questa fase sono legati allo stress derivante da sovraffollamento, spostamento nei diversi gruppi e la gestione degli animali. Oltre a ciò, sono fondamentali una stalla ben progettata, personale formato (dipendenti non formati sono un rischio reale per le vacche) e la gestione dello spazio.

Lo spostamento delle bovine in gruppi specifici è di grande importanza, in particolare per le vacche primipare. A seconda della gerarchia naturale esistente tra vacche di età diverse, le vacche primipare verranno subordinate alle vacche pluripare e l’effetto agonistico viene amplificato ogni volta che si verifica il sovraffollamento. Il rischio conseguente a spostamenti e fenomeni di competizione sociale è avere bovine che non consumano adeguatamente la razione in aggiunta allo stress subito. In via preventiva, dobbiamo quindi limitare il numero di movimenti in prossimità del parto e contenere il sovraffollamento nelle aree dedicate all’asciutta, al pre-parto/parto ed al post-parto.

Consapevoli della gerarchia stabilita dalle vacche pluripare, va considerata la creazione di gruppi più omogenei in base all’età per ridurre gli effetti della competizione.

Quanti gruppi dovremmo valutare prima del parto? Idealmente, dovremmo considerare un gruppo di vacche in asciutta (periodo medio di 60 giorni), che dovrebbe essere posizionato vicino al gruppo pre-parto/parto(dove sposteremo le vacche 14-21 giorni prima della data prevista per il parto, mai meno di 10 giorni prima per evitare stress a ridosso del parto). Infine, è consigliabile prevedere un gruppo post parto in cui monitorare le bovine fresche per alcuni giorni.

Questi raggruppamenti ideali devono tener conto, nella realtà zootecnica, dello spazio a disposizione in stalla, della disponibilità di manodopera in grado di seguire sia gli spostamenti che l’andamento all’interno del gruppo e della fattibilità in termini di gestione. Quindi, ci saranno stalle in cui, subito dopo il parto, le vacche rientreranno nel gruppo in lattazione. È bene comunque tenere presente che ogni scelta gestionale fatta ha effetti sul benessere delle bovine e quindi sulla performance.

Per ridurre lo stress dovuto alla gerarchia ristabilita in ciascun gruppo, in particolare per evitare effetti dovuti a spostamenti non tempestivi nel gruppo pre-parto/parto, dovremmo tener presente la regola generale di spostare gli animali tra i gruppi settimanalmente e non tutti i giorni.

La densità di affollamento rappresenta una criticità: dovremmo essere in grado di stimare adeguatamente la proporzione della mandria che sarà in una certa fase della lattazione in modo da valutare con discreta accuratezza lo spazio necessario per le vacche in qualsiasi gruppo. La gestione del numero di capi nei vari gruppi non è una cosa così semplice e matematica perché, a causa dell’influenza stagionale sulla fertilità, il numero di parti raramente sarà costante durante l’anno.

Le aree destinate ai gruppi preparto/parto dovrebbero garantire comfort, igiene, sicurezza e spazio alle bovine, ma anche praticità per l’operatore. Possono essere box individuali o collettivi, ma in entrambi i casi l’opzione migliore è la stabulazione su lettiera permanente rispetto alle cuccette, sebbene queste garantiscano sufficiente comfort. Se si ha in mente di predisporre un’area che ospiterà il gruppo preparto/parto, quindi un box collettivo, dovremo anzitutto disporre di una zona sovradimensionata rispetto al numero di bovine. Nella gestione degli spostamenti, dovremo evitare di inserire le bovine nel gruppo troppo a ridosso della data del parto, come indicato sopra. L’obiettivo è dare alla vacca il tempo necessario per abituarsi al nuovo ambiente ed evitare stress.

Avere a disposizione lo spazio per separare un gruppo di vacche nel post-parto per una decina di giorni (massimo 14 giorni) è sicuramente molto utile, soprattutto per l’osservazione delle primipare. Le vacche fresche potranno così essere monitorate per verificarne l’alimentazione, la ruminazione e lo stato di salute complessivo. Se la vacca ha necessità di trattamento, verrà spostata in infermeria, se invece è in buono stato di salute può rientrare tra le vacche in lattazione.

La possibilità di gestire le vacche in transizione in base a questi principi non solo regalerà un ambiente più confortevole alle stesse, ma ridurrà anche il verificarsi di problemi legati al parto: questo ci ricorda come la formazione sia vitale per l’intera vita delle nostre stalle.